OverBlog

Chi siamo

C'era una volta....

E' da un po' di tempo che mi si chiedono lumi su alcuni "retroscena" di Menu Turistico, vista la mia disinvoltura a dare per scontate alcune informazioni che all'atto pratico sono la base di questo blog ma su cui, in effetti, non ho mai speso mezza parola come si deve. Mea culpa, lo ammetto, perché mi rendo conto che i nuovi lettori possano sentirsi spiazzati quando parlo di "niusletter" o faccio riferimenti al corso di cucina. Ma tutto è avvenuto in modo così naturale e così spontaneo che, per me, si è trattato solo di riprender eil filo di un discorso, interrotto per vari motivi, e ripartito in modo nuovo nella forma, ma sempre uguale nella sostanza: nel senso che Menuturistico è la prosecuzione, in chiave pubblica e a quattro mani, di un 'idea partita per caso molti anni fa e che, come spesso capita con quanto nasce in sordina e contro tutti, è cresciuta negli anni fino a diventare una piccola- e per me meravigliosa- realtà.
Ma andiamo con ordine.
Correva l'anno 2003 (vi piace così???) e nell'associazione di volontariato di cui facevo parte mancavano i fondi necessari per sostenere un'iniziativa benefica. Si era trattato di una sorta di fulmine a ciel sereno, di cui ora non ricordo più la natura (forse, avevamo perso uno sponsor all'ultimo minuto) ma che comunque ci aveva lasciato in braghe di tela- noi e soprattutto a bambini a cui la nostra attività si rivolgeva. L'imperativo era, quindi il dover correre ai ripari in tempi stretti e, in mancanza di altre idee, avevo proposto di organizzare un corso di cucina.
Fino ad allora, nessuno dei soci sospettava di questa mia passione e ricordo ancora che dovetti ripetere più volte che cosa avevo intenzione di fare: l'incredulità era dettata dal pregiudizio che una professionista più o meno affermata come la sottoscritta, in un'associazione di professionisti di gran lunga più affermati di me, potesse coltivare un hobby per un'attività che, nelle loro case, era riservata al personale di servizio o, al massimo, era concepita come una distrazione dal logorio della vita mondana.
Ma siccome il piatto piangeva e non c'erano sul tavolo altre proposte per asciugargli le lacrime, si decise di fare buon viso a cattiva sorte e si varò la mia proposta, con l'esplicita presa di distanza da qualsiasi collaborazione concreta al progetto: in altri termini, visto che ero così ostinata a credere in un 'idea strampalata e per certi aspetti anche indecorosa, avrei avuto il placet del club, ma oltre non si sarebbe andati: da sola mi ostinavo a scommettere sull'idea e da sola me la sarei dovuta cavare.
Io, però, avevo un asso nella manica: tutta questa passione per la cucina non era nata nè per caso, nè per moda. Certo, da anni acquistavo riviste e leggevo libri sull'argomento e da tempo la frequentazione dei ristoranti era dettata più dall'interesse per le loro proposte gastronomiche che dall'ansia di riempire lo stomaco o di fare cagnara con gli amici. Ma le radici di questo amore assoluto e incondizionato si trovavano in casa mia, ben ancorate nella cucina di mia madre.
Tuttora, a distanza di anni, con un bagaglio di esperienze gastronomiche sempre più pesante per qualità e quantità, non ho ancora trovato nessuno che sappia eguagliare l'estro, la creatività, la rapidità di esecuzione, la raffinatezza e i risultati a cui approda mia madre quando cucina. Il tutto senza dosi, con una sintesi geniale di spunti e suggerimenti carpiti da ogni parte del mondo (la cucina fusion, in casa nostra, è iniziata almeno 40 anni fa, senza proclami di sorta) e, quel che più conta, con una semplicità di esecuzione ed una velocità di realizzazione da far restare basito chiunque l'abbia mai vista all'opera. "la cucina nelle dita", penso ogni volta, quando transito da lei. Ed era proprio della sua "cucina nelle dita" che avevo bisogno, in quel frangente.
Gli inizi furono a dir poco pionieristici: avevamo trovato uno spazio in un istituto religioso, tramite l'intercessione di mia sorella ( che di ricette all'epoca, se ne intendeva pochissimo, ma che di fronte ad un ubi maior così urgente, si era attivata su ogni fronte) e ci trasportavamo, ogni volta, tutte le attrezzature necessarie per le lezioni, forno compreso. I primi ad essere coinvolti furono gli amici ed i colleghi, che si adattarono ad aule gelate, sedie traballanti e degustazioni in piedi e che ci permisero di raccogliere quanto pattuito- ed anche qualcosina di più- con la promessa che l'anno dopo si sarebbe ricominciato. " Vogliamo il corso avanzato", dicevano, facendo piombare me e mia madre nello sconforto: come avremmo fatto a reggere quei ritmi? a perdere giornate intere per studiare menu, fare la spesa, preparare le dispense, organizzare la cambusa, vuotare e svuotare il bagagliaio della micra ( già allora, sempre quella), ancora per un'altra stagione?
Senza contare che i soci, a parte i pochi che progressivamente si affezionarono al progetto e lo sostennero in ogni modo, continuavano a prendere le distanze da questa iniziativa: io ricordo tuttora, con un'umiliazione cocente, circostanze ufficiali in cui il rendiconto delle attività svolte e sostenute quasi interamente con i contributi del corso di cucina, veniva reso senza far nessuna menzione di questa attività, a fronte di peana magniloquenti tessuti in favore di tutte le altre, assai meno gettonate e redditizie.
Io, però, sono una che non molla- e che, anzi, trova benzina nella sfida e nel sentirsi tutti contro. E così, non solo si iniziò il secondo corso, ma cominciai a pensare ad altre vie per rendere ancora più coinvolgente quella che, di giorno in giorno, assumeva sempre più i contorni di una vera e propria scuola di cucina.
E così, nacquero le "niusletter": una ricetta alla settimana, spiegata passo passo, ad integrazione delle dispense, da spedirsi via e mail a tutti gli iscritti ai corsi- passati e presenti. Anche in questo caso, si iniziò da una rubrica scarna- sì e no una ventina di nomi- e con testi brevi. Poi, però, un po' alla volta, gli indirizzi aumentarono e le ricette si arricchirono di chiacchiere: spesso raccontavo i menu delle cene che si organizzavano a casa e da lì molti dei nostri ospiti presero ad interessarsi alla cosa, chiedendo quanto meno di poter ricevere anche loro la nius- oltre che di continuare a fare da cavia per i programmi del corso.
Da allora ad oggi, sono stati fatti dei passi da gigante: la scuola si è trasferita in cucine vere, a cominnciare da quella- favolosa- di mia suocera, un'altra che si è spesa all'inverosimile per aiutarmi in questo progetto; la degustazione in piedi è stata sostituita da una cena seduta ( più spartana in casa mia, elegante e raffinata da mia suocera), è stato necessario sdoppiare le sedi e diversificare i livelli e, ultimamente, si insegnano anche composizioni floreali e quanto serve per rendere gradevole il contorno ad un menu (ve l'ho già detto o no che ho una suocera strepitosa????)
L'apice si toccò due anni fa, quando si decise di mettere alla prova le allieve, facendo organizzare un intero pranzo, dall'aperitivo al dolce, per un'occasione importante. Ci furono liste d'attesa degli ospiti, cinque colonne sul giornale locale (e, permettetemelo, parliamo di Genova e del Secolo XIX, che non è propriamente il bollettino parrocchiale), la partecipazione delle due squadre di calcio della città ( pure la maglia di Cassano all'asta- e lo dico da genoana, con una gratitudine immensa per questo campione), magliette col logo della High School Cooking (contributo della creatura, fan di Zac Efron e dell'allora recente High School Musical) e ovunque, lacrime di commozione e di gioia. La cifra raccolta in quell'occasione permise di sostenere una missione francescana in Burundi (e di comprare le maglie del Genoa ai bambini africani, "evangelizzati" anche in tal senso da un Padre che sotto la tunica vestiva di rossoblu) e la soddisfazione fu immensa.
In parallelo, erano cresciute anche le niusletter- sia nella rubrica che nella grafica: gli indirizzi coprivano ormai i cinque continenti (arrivavano pure in Australia e in Thailandia-e tutto grazie al passaparola), io mi ero progressivamente convertita alle immagini e ogni volta partivano aggiornamenti sempre più "pesanti". E pesante era diventata anche la gestione della scuola, con l'aumentare degli impegni familiari e lavorativi, tanto che non riuscivo più a conciliare le due cose. E fu lì che si verificò la svolta, favorita da due eventi fortuiti ma fondamentali per la nascita di questo blog. Il primo fu il trasloco, un anno fa, che ci ricongiunse di nuovo a Daniela&C. Sembra una barzelletta, ma pare che sia destino che si finisca sempre con l'essere vicine di casa: prima, ci separava un piano, ora un numero civico (uno solo, sia chiaro, perché non avremmo potuto tollerare una distanza maggiore), e questo nononstante in questi anni la somma dei nostri traslochi potrebbe indurre a pensare che in realtà, dietro le spoglie di due signore per bene, si nascondano camalli con la vocazione al trasporto di casse di libri e mobili pesanti. Il secondo fu un bell'incidente d'auto, che, a un mese dall'insediamento della casa nuova, mi bloccò a letto per qualche mese, senza internet, senza telefono, senza il satellite, senza neppure i miei libri, che erano ancora tutti imballati nello studio. L'alternativa ad impazzire era mettersi a pensare a qualcosa di positivo: e siccome la Dani passava tutti i giorni a trovarmi e di lei conoscevo da tempo l'abilità in cucina, le parlai dell'ultima pensata che era uscita dal mio letto di dolore: trasferire le niusletter su un blog e continuare in questa nuova veste quello che era diventato un appuntamento fisso con i nostri lettori, senza apportare altre modifiche: quindi, da una parte, ricette testate e con una difficoltà di realizzazione che spaziasse da un livello base ad uno avanzato, senza però sconfinare in sperimentazioni troppo spinte o in esecuzioni troppo complicate; dall'altra, lo stile da Kitchen confidential che ne costituiva l'ossatura e il filo conduttore. La Dani- che è un'altra che, quanto a rotelle, avrebbe bisogno di un bollino blu, ma guai se glielo dite, che sennò resto da sola- ha subito detto di sì, e così siamo partite, sconfinando in una blogsfera che ci era del tutto sconosciuta e che ci piace ogni giorno di più, anche se ci rendiamo conto di non avere molte delle caratteristiche che potrebbero fare di Menuturistico un vero foodblog: chiacchieriamo troppo, postiamo troppo, siamo dispersive e poco allineate.
Ma, vedete, a differenza di quello che accade per la maggior parte degli altri autori, noi conosciamo bene i destinatari dei nostri post: non tutti, ovviamente, perché saremmo ipocrite a negare che in questi pochi mesi abbiamo aumentato a dismisura il numero dei lettori; ma ci è ancora impossibile metterci alla tastiera e pensare a contenuti "alti", se mi passate il termine: è molto più facile, invece, che oggi si recuperi la torta alle noci che mi ha chiesto la Rossella, o che si pensi alla rubrica che serve alla Giulia, o che si parli di un classico della pasticceria a base di burro e frutta canditi come del Plum cake della Cecilia, continuando la consuetudine delle nostre chiacchiere esattamente come prima.
Ed esattamente come prima funzionano le niusletters- perché il pubblico degli afecionados continua a volere anche quelle. Sono le nostre allieve più anziane, per esempio, che mi sgridano perche "ho appena imparato a scaricare la posta e ora guarda un po' che cosa mi combini", o le patite delle collezioni ("io le ho tutte") o quelli che hanno bisogno di rispondere e " come sarebbe a dire che mi leggono tutti? tutti chi????" o, più semplicemente, chi ormai si era affezionato ad un appuntamento fisso e ci chiede di non dargli buca. E così, sotto certi aspetti, siamo più incasinate di prima, con il blog da una parte, le niusletter dall'altra e la scuola di cucina che viene reclamata a gran voce (ma giuro che la ridimensiono, questa volta- e non ditemi che lo dico ogni anno, per favore, perché mi toccherebbe darvi ragione): ma, in fondo, va bene così...
Tutta questa pappardella per dirvi che, se proprio non ne potetef are a meno, la niusletter la spediamo anche a voi: ci mandate una mail all'indirizzo del blog (menuturistico@gmail.com) e saremmo felici di aggiugervi ai vecchi indirizzi, sotto la voce " nuovi amici

14 commenti :

  1. Che bella la vostra storia! mi verrebbe voglia di passare da Genova solo per conoscervi di persona! bacioni e a presto!
    Francy

    RispondiElimina
  2. Tutto quello che combinate ora l'avevo in testa anch'io qualche anno fa, sapete allora si scriveva ancora con penna e calamaio....poi la vita mi ha portato altrove.
    Ora lo rivivo con voi e mi piace tantissimo, vi seguo e vi auguro di essere sempre più al top.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. SONO UN CUOCO RISTORATORE UN PO STANCO MA LEGGERVI RISVEGLIA LA MIA CONOSCENZA IL MIO ESTRO IN CUCINA E GUSTI CHE AVREI DIMENTICATO COMPIMENTI

      Elimina
  3. Ma come si fa a contattarvi?

    RispondiElimina
  4. Una storia fantastica, un piacere conoscervi......

    RispondiElimina
  5. adoro la cima fredda alla genovese. parlatemi di lei

    RispondiElimina
  6. Che bella storiella! Vi aggiungo al mio blog così vi seguo per bene!

    RispondiElimina
  7. Anch'ioooooo! Voglio essere dei vostri E siccome abito un po' lontani ciò (Sicilia) devo accontentarmi della newsletter. Grazie

    RispondiElimina
  8. Mi iscrivo volentieri alla "niusletter" e ho messo il vostro blog tra i preferiti perchè...quando si parla di ricette e di libri, la passione è la stessa!!! Ciao

    RispondiElimina
  9. nessun commento, trafiletto, blog, storiella su Masterchef 2.0 ?
    ciao Igor Figor

    RispondiElimina
  10. Io mi iscrivo subito!!Come ho fatto a non scoprirvi prima???

    RispondiElimina
  11. Ciao ragazze!!!
    Che piacere scoprirvi....bellissima ed avvincente la vostra storia...che coraggio!!!
    Complimenti...

    Un abbraccio
    monica

    P.S.
    Anch'io sono di Genova!!!

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...