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venerdì 9 novembre 2012

Post tremendamente autoreferenziale, autocentrato e pure un po' triste, oh yeah

PicMonkey Collage

.... che poi a me 'ste cose non mi riescono per niente, porca miseria. Tanto mi piace fare squadra, regalare idee, condividere progetti, valorizzare il resto del mondo (quello che a mio parere lo merita, ovviamente) quanto sono un disastro assoluto se si tratta di parlare delle cose che faccio io. Uno schifo mai visto. Riesco ogni volta a partire col piede sbagliato, minimizzo tutto ciò che propongo e spengo con pervicacia ogni entusiasmo, posto che lascino spazio all'entusiasmo discorsi che cominciano con "se proprio non hai di meglio da fare" e proseguono sulla stessa linea, tutti infarciti di diminutivi di palese discredito ("una cosina", "una robetta") e di paragoni con gli orti dei vicini, che loro sì che hanno l'erba più verde, più rigogliosa e pure più buona della mia.


Da cosa dipenda, non lo so: e ora mi piacerebbe andarci un po' a fondo, ad essere sinceri. Perchè un conto è il buttarsi giù dei vent'anni, quando il ventaglio delle occasioni da cogliere è tanto e tale che, se ne perdi qualcuna, neanche te ne accorgi; un conto è quello dei trenta, quando impari a focalizzarti sulle cose importanti- e pazienza, se si trascura un resto che riugarda te e te sola. Ma quando arrivi ai quaranta e passa, con la méta dei cinquanta che si avvicina sempre di più, e la famiglia-celo, il lavoro -celo, la casa-celavrei, ecco che questi nodi che non hai mai sciolto ti si parano davanti: e non sono più semplici fili attorcigliati una sola volta su se stessi, ma robe aggrovigliate, contorte, gordiane, con il retrogusto amaro di un'insoddisfazione diversa da quella con cui convivo da sempre e che è sempre stata convertita in uno stimolo a fare di meglio, e a crescere e ad andare avanti: questa è venata di rimpianti, di stanchezza, di frustrazioni ed è piacevole come il vicino di posto che in uno scompartimento affollato e coi finestrini blindati, si toglie le scarpe e ti appoggia i piedi in grembo, lasciandoti con la sola alternativa di fare un viaggio in piedi, schiacciata da tutti, di qua e di là. 

... vedete che non ci riesco? che divago, meno il can per l'aia (e in mezzo mi faccio il secondo caffè, ritiro la roba stesa, sistemo i libri della figlia ed elaboro tutta una serie di scappatoie per non scrivere questo post e scriverne un altro, dove si parla di tutt'altre cose, che a chi vuoi che gliene freghi delle cose che faccio io, che poi si sa che son cosine, son robette, che la gente ha di meglio da fare...

BASTA
Daccapo
Rewind. 

Prendo fiato- e ricomincio. 

Dunque, per quei due o tre che ancora non lo sapessero, l'antefatto è tutto qui. 
Con tutti gli altri, invece, saltiamo dritti alla nuova puntata di questa storia, che magicamente riprende, dopo un'interruzione durata esattamente quattro anni (lo realizzo ora, e son coincidenze da brividi)- e cioè, che riprendo i corsi di cucina.
E lo faccio con le stesse modalità degli inizi (con mia mamma) e con le stesse finalità di sempre, legate al sostegno di attività che hanno bisogno di aiuto, per sopravvivere, anzitutto, ma anche per continuare a fornire alla collettività servizi importanti e preziosi.
Questa è l'origine di Menuturistico, come penso sappiate: che era nato proprio dalla impossibilità, da parte mia, di proseguire questi corsi, in seguito ai postumi di un incidente automobilistico cretino, dal quale però sono uscita con una vertebra rotta. 
Che, negli anni, non si è mai più riaggiustata e che è stato l'unico motivo per cui, di fronte alla proposta di tornare a metter su le classi delle mie signore, ero costretta a rispondere di no: perchè un conto è stare in piedi 6-7 ore con tutte le ossa a posto, un altro è farlo con una schiena dolorante, che ad ogni minimo cambiamento di temperatura ti ricorda che certe cose non te le puoi più permettere- e i corsi di cucina erano fra queste. 

Se li riprendo ora, è solo per una ragione. 
Una sola. 
Ma così importante, così devastante, così urgente da riuscire da sola a spazzar via ogni ostacolo e a farmi tornare in pista, con la stessa determinazione e con lo stesso spirito di prima: che è quello di chi sa che  se è praticamente impossibile cambiare le cose, da soli, è già meno difficile, quando ci si prova tutti assieme. a maggior ragione quando si tratta di affrontare ingiustizie che suscitano indignazione, se viste dall'esterno, e provocano ferite insanabili, quando capita di viverle dall'interno. 
Penso che tutti sappiate che lo scorso agosto è mancato mio papà. E' stata una morte improvvisa, che ha invertito in modo inatteso e sconvolgente, il lento decorso di una grave malattia che avrebbe comportato un futuro di declino, di dolore e di sofferenza e che invece, in questo modo, gli è stato risparmiato. Due mesi fa eravamo impietriti, di fronte a quello che ci sembrava lo scherzo di un destino beffardo, oggi troviamo da qui il farmaco per lenire il nostro dolore e per abituarci a convivere con un vuoto che pesa, ogni giorno di più. 
Quello che però molti non sanno è che per il primo anno della sua malattia mio padre è stato una delle tante, troppe vittime della malasanità. Ligure e genovese, nella fattispecie- laddove gli aggettivi non indicano generiche localizzazione geografiche, ma sono il frutto di una peregrinazione sempre più convulsa e sempre più disperata per gran parte delle strutture dalla nostra regione e tutte le strutture della nostra città, nessuna esclusa. Oltre a vergognosi ritardi diagnostici (c'è voluto il S. Raffaele, a Milano, per indicare con certezza la presenza di un male che ormai era troppo avanzato per poter essere curato), quello che più ci ha abbattuto è stato tutto il contorno di disumanità che ha scandito l'iter della malattia di mio padre: alterigia, strafottenza, ignoranza crassa nascosta da titoli altisonanti, indifferenza criminale nei confronti dei malati, palesi incapacità di base, a fare da corollario a strutture fatiscenti, su cui di sicuro grava la vergogna di continui tagli, ma che non scusano l'inciviltà della condotta di chi, declinandola in questo modo, calpesta la nobiltà di una professione nobile come quella del medico e dell'infermiere- e lo fa con le suole sporche delle peggiori sozzure che si incontrino per strada. 
La malasanità è la piaga più indegna di una società civile: perché annienta ciò che ci rende persone, la parte più alta della nostra umanità, quella dignità che la sofferenza minaccia e che i medici dovrebbero aiutarci a preservare, a maggior ragione quando non hanno strumenti o capacità per venirne a capo. Perchè il punto non è sbagliare una diagnosi- ma il come la si sbaglia. E' la negligenza, l'arroganza, la deriva di una serie di valori in cui il rispetto per la persona umana è scivolato al fondo della classifica e la preoccupazione per la salute dei pazienti si è trasformata nell'ansia di pararsi le terga. E non c'è come trovarcisi in mezzo, vedere le persone a te più care consegnate a quelli che , sulla carta e in busta paga, dovrebbero essere i tuoi salvatori e che nei fatti sono alla stregua di vili aguzzini, che ti fa sentire impotente, umiliato e ferito, come non mai. 

Fino a poche settimane fa, se qualcuno mi avesse detto che non è proprio tutto così e che, probabilmente, siamo stati solo sfortunati, lo avrei mandato sonoramente a spigolare. Anzi, toglieteci pure il condizionale, perché so di averlo fatto e non una volta sola. Oggi, però, a mano a mano che il tempo mi aiuta a prendere le distanze dal problema (e grazie anche alla riconciliazione con la sanità italiana, ad opera di tutta la sanità lombarda, S. Raffaele in primis, che ha rimesso mio padre in piedi nel giro di venti giorni, permettendogli di vivere come avrebbe voluto fino all'ultimo istante della sua vita) oggi, dicevo, sono un po' più obiettiva. E riconosco che, accanto a strutture che non funzionano (una delle quali,  per inciso, è stata pure smantellata), ce ne sono altre che invece resistono e lo fanno con competenza e umanità. Fra queste, ce n'è una che, altrove, sarebbe probabilmente un fiore all'occhiello del sistema sanitario, per la professionalità del suo staff e la qualità della ricerca- e che invece nella nostra Regione si regge, da sempre, anche grazie ad un continuo e imprescindibile flusso di contributi volontari. Mi riferisco alla Banca degli Occhi, che è l'unica struttura esistente in Liguria ad occuparsi del trapianto delle cornee. Mio marito sostiene da anni e dall'interno questa fondazione, io lo faccio, quest'anno, dall'esterno, con i corsi di cucina. E lo faccio proprio sulla base dell'esperienza che abbiamo avuto: posto che non serve mai buttare il bambino con l'acqua sporca, serve ancora meno quando in ballo ci sono questioni così fondamentali come la nostra salute e la qualità della nostra vita. 
Senza contare che questo mi aiuta a dare un senso ad un'esperienza come la nostra, a trasformarla in qualcosa con un segno positivo davanti, per trovare da qui la forza di non farsi abbattere e di resistere. Da soli, come dicevo, si fa poco o niente: insieme, si smuovono montagne. O, quanto meno, ci si prova. 
E io ci provo, riprendendo il filo non da dove si era interrotto, ma dall'inizio: con mia mamma e dai primi corsi, quelli messi su per Natale, con il cesto dei regali gastronomici e il buffet dolce e salato. Abbiamo cambiato tutte le ricette, perchè da allora ad oggi son passati dieci anni e di novità ne abbiamo raccolte a iosa, ma lo spirito è sempre quello:trovare nella condivisione di un gesto come il cucinare il modo per sostenere chi ha scelto di aiutare gli altri- e lo fa con impegno, dedizione e serietà.

Strano ma vero, il primo corso è tutto esaurito. In neanche due ore, solo con la nius. Tant'è che forse questa autopromozione si sarebbe anche potuta evitare- e vi assicuro che la tentanzione c'è stata, per i motivi di cui sopra. Però, da un lato ci tenevo a farvi conoscere questa realtà e onestamente non avrei avuto altre occasioni; dall'altro, stiamo seriamente valutando la possibilità di metter su un secondo corso, visto che ci sarebbe anche una lista d'attesa e con un innesto o due si potrebbe davvero raddoppiare. Quindi, se vi fa piacere partecipare, potete scrivere una mail al mio indirizzo privato, che è alessandra.gennaro@gmail.com: vi manderò tutti i dettagli. 

Ah, naturalmente: il nostro corso è il più bellissimo, il più divertentissimo, il più istruttivissimo, il più fighissimo di tutti. Ma questo, mi sa che lo si sapesse già :-)
Ciao 
Ale


34 commenti :

  1. Scusa eh...ma io ci sono. Solo per distrazione mi sono dimenticata di dire che volevo partecipare ai corsi buffet dolce e buffet salato ma ora....se fai il secondo... non mi perdo l'occasione. L'unico problema potrebbero essere le date.

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  2. Non vengo solo perchè non sono in zona..
    E tu sei una grande.
    Per quanto provi a minimizzare, riesci comunque a trasmettere entusiasmo.
    Lo trasudi. E' più forte di te.
    Un abbraccio fortissimo e un in bocca al lupo enorme
    Vale

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  3. Ale sulla malasanità non ho parole, solo tanta ma tanta amarezza. Sì sono una di quelle che dice che non sono tutti così (e per fortuna, aggiungo), però ogni piccolo caso fa sempre rabbrividire, perché se l'incapacità, la negligenza e l'arroganza fanno arrabbiare in altri campi, quando si parla di salute diventa tutto imperdonabile!
    Bellissima l'idea di destinare il corso a una buona causa! Ti ammiro! E se posso ti invidio anche un po' :D perché mi piacerebbe tenere corsi di cucina, ma non ho idea di che qualifiche ci vogliano (sì lo so, basterebbe solo che mi informassi... :P).
    Complimenti e in bocca al lupo! ;)

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  4. con la sanità apri un capitolo che non è possibile nemmeno approfondire figurati esaurire. temo che con la scure del governo, certamente necessaria (ma perchè tagli anzichè combattere ferocemente gli sprechi e il malcostume mi domando,sembra che ci sia una sorta di rassegnazione che non è possibile non dico vincere ma nemmeno combattere lo spreco) la situazione peggiorerà e anche molto.
    certo, il san raffaele è un'eccellenza e speriamo lo resti.
    buona giornata ale

    ma i corsi di cucina li tenete tu con tua madre? ho capito bene?

    irene

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  5. Mi dispiace tanto per tuo papà, sapevo che era malato ma non avevo idea che fosse mancato così all'improvviso. Non mi racconti niente di nuovo, mia suocera è morta 4 anni fa, morta di chemioterapia in tre mesi. Mentre i dottori ci dicevano che tutto stava procedendo bene, in realtà il suo tumore non era operabile e hanno provato, come si fa con le cavie, una terapia d'urto, senza dircelo ovviamente.
    L'idea di rifare i corsi con tua mamma è una cosa tenera e terapeutica perchè incanalare il dolore in qualcosa di buono non è da tutti. Anch'io voglio sapere i dettagli dei corsi, in fin dei conti Genova è ad un'ora di macchina. Ti mando una mail. Ciao

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  6. Mi hai commossa e ..brava, brava, brava...
    Condivido pienamente con te quanto hai detto..mi ci sono dovuta scontrare anch'io con la sanità che fa schifo..fortunatamente non è tutta così..
    Se fossi più vicina ci verrei anche io ai tuoi corsi!
    Complimenti e auguri per i tuoi malanni...un bacio.
    Roberta

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  7. Alessandra, non ci sono parole.
    Io ti posso solo dire che una decina di anni fa ho avuto a che fare anch'io con il San Raffaele di Milano e non finirò mai di ringraziare tutti i medici, di una professionalità ma soprattutto umanità infinita, e pure tutti gli infermieri e tutta la struttura. Capitare là è stata la salvezza. Fortunatamente non ho avuto invece mai a che fare con la malasanità e posso solo immaginare quale senso di frustrazione, impotenza e rabbia possa nascere nel trovarsi con la vita nelle mani di persone inette.
    Complimenti per il corso (se fossi in zona farei carte false per partecipare) e per lo scopo per cui è nato.

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  8. Fare marketing non è da tutti... questo è vero, ma tu potresti risparmiartelo.
    Mi spiego: bastano le foto, gli ingredienti, l'entusiasmo che ti caratterizzano!
    Sei sempre stata un tornado (ed è tanto che ti seguo.... ben prima di palesarmi...
    e si mi sono palesata ed hai finito di star bene!!) e tutto quello che proponi lo proponi in maniera onesta,
    dove le tue alternative o varianti son TUE e non scopiazzate, dove la condivisione è totale non come alcune
    blogger che pretendono di farti metter ben in vista sul piatto del tuo commensale, il loro banner o il loro nome....
    Mi piace tremendamente anche questa tua idea dei corsi e giuro che ho seriamente preso
    in considerazione di trasferirmi momentaneamente a Zena (un lavoro come lavapiatti
    dal mio amico Chef.... lo troverei) per potervi partecipare anch'io.... soprattutto per il fine ultimo!
    Ed arriviamo alle dolenti note. Ecco che sulla sanità italiana mi trovi perfettamente d'accordo ma
    mi spiace doverti confessare che non riguarda solo Zena (dove anch'io ho avuto momenti di
    perplessità che rasentava lo scontro con alcuni medici di un noto Ospedale pediatrico genovese) ma pure Milano.
    Perchè checchè se ne dica, il *fiore all'occhiello* di chi fa gite in barca *aggratis*
    a volte avvizzisce, ed i medici che dovrebbero sostener malato e famiglia, ti sbattono in faccia una sentenza definitiva,
    facendoti sentire (famigliare o malato) un numero statistico, fine a se stesso e senza capacità di interazione.
    Mentre, da malato e da famigliare,la collaborazione del malato a QUALSIASI stadio della malattia, terminale o meno,
    è importantissima.
    La prima palata di terra sulla bara di mia madre mi venne data ben 2 anni prima della sua morte, da uno
    scocciatissimo pneumologo che chiuse la cartella dicendomi di non prenotar nessuna visita di controllo,
    sarebbe stata inutile. Allora non ebbi reazioni se non un mancamento appena fuori dallo studio. Oggi,
    più vecchia, più incarognita, mi sarei magari presa la briga di dire a lui ed al suo direttore sanitario, il mio
    pensiero senza farlo passare per il filtro dell'educazione....
    Ma dietro questi personaggi (chiamarli medici è infamante per la categoria) ci sono quelli che non mollano
    mai malato e famigliari; quelli che ti spingono a lottare sempre con dignità; quelli che ti rispondono ad una
    e-mail da Tokio alle 2 del mattino (ora locale) per dirti che il dosaggio è giusto; quelli che *passano dentro*
    in camera per salutarti anche quando non sei nel loro reparto... Quelli che fanno i medici al di là di tutti i
    giuramenti, le etiche, i moralismi.... per ciò che muove il mondo ....LA PASSIONE.
    La stessa che metti tu nelle cose che fai, sia esso un lavoro finito, lo stiro, un dolce ben riuscito.
    Far qualcosa come un corso di cucina per aiutar gli altri...... questo è PASSIONE e credo che tu sappia che lo dico sul serio.
    .... oh!!!!
    Nora
    P.S.

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  9. Tu puoi comunque continuare a sminuirti, trattare il tuo ego come l'ultimo dei figlioli del "poro schifoso" come si dice da noi, ma chi sei e come sei noi che ti vogliamo bene lo sappiamo anche senza troppe spiegazioni. E tutte le cose incredibili che sei in grado di fare con la semplicità di chi beve un bicchier d'acqua, ci lasciano ogni volta ammirate e senza parole. Il tuo è solamente un meraviglioso esempio di understatement che qualcuno dovrebbe imparare ad imitare.
    L'iniziativa fantastica di questi corsi e la sua finalità e quanto di più nobile c'è al mondo e ti giuro che se potessi, non verrei a seguire il tuo corso, ma verrei ad aiutarti, stando dietro a fare l'omino di fatica, a lavare i ciotoli e spazzare il pavimento. Perché anche solo questo mi farebbe felice. Io dico che devi continuare fino a che puoi farcela. E' una cosa troppo bella.
    Ti abbraccio ma forte. Pat

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    Risposte
    1. ecco, la patty ha detto nel modo più perfetto proprio quello che volevo dirti io... quindi questo commento vale doppio, ok?
      superbacio amica mia!

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  10. Io credo che tu possa sminuirti quanto vuoi, perché tanto non ti crede nessuno :) Si vede da un miglio la serietà e l'entusiasmo che metti in tutto ciò che fai: chi vuoi fregare? :)
    Sul discorso malasanità non mi pronuncio: non avrei nulla da aggiungere a quanto hai già detto tu. Però posso confessarti una cosa? Il tuo voler mettere un segno positivo accanto a qualcosa di doloroso è la mia spina nel fianco. Avrei voluto avere questa maturità. Però mi consolo pensando che per certi cambi di prospettiva non è mai troppo tardi.
    Certo che siete proprio delle donne in gamba, tu e la tua mamma!

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  11. idea fantastica-finalità splendida, ti ho mandato la mail immediatamente!!
    "pliiis" mi dici come devo fare per ricevere la "nius letter"?
    an_top

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  12. E' veramente difficile trovare le parole giuste per commentare il tuo post di oggi.
    Ora come non mai vorrei abitare a Genova, per partecipare ad un tuo corso, non solo per il piacere (ovvio) di conoscere te e la tua mamma, di imparare qualcosa di prezioso ma soprattuto per di aiutare chi si impegna per chi soffre.
    Lodi sperticate a te e la tua energia, che pur in un momento di sofferenza così grande, ti sei messa a disposizione con tanto impegno e passione.
    Ti auguro il meglio per tutto - schiena compresa - perchè so cosa vuol dire :-(.
    Buona giornata
    Francy

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  13. Che dire....sono felice che tu abbia trovato una ragione per illuminare il tuo cammino che si è oscurato in parte e che ora trova la sua strada verso il sole. Bisogna raccogliere tutte le forze e andare avanti, a testa alta.
    Buon divertimento :)

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  14. oggi più del solito mi dispiace abitare a milano, adorerei vivere a genova ,fare un corso con te e la tua mamma sarebbe un'esperienza fantastica buona giornata merida

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  15. Quante cose avrei da dirti! comincio dalla prima, ovvero che mi metto anche io tra quelli che verrebbero volentieri da milano a genova a fare un corso con te de tutto ciò non fosse così logisticamente difficile.
    La tua storia per quanto triste mi dimostra ancora una volta che da una situazione negativa può nascere sempre qualcosa di buono per sè e per gli altri. Io lo scopro anche per via di quella fede che per grazia mi sono ritrovata. Ho amici che da un lutto hanno creato opere per fare del bene, altri che si sono ritrovati genitori di un meraviglioso bambino fortemente disabile e che hanno fondato un'associazione che possa essere vicina a famiglie come loro.
    Andrei avanti ancora a raccontarti di tantissimi altri conoscenti che si sono mossi così, che hanno alzato lo sguardo dentro a un momento duro e, insieme, non solo ne sono venuti fuori, ma hanno generato qualcosa di bello e di utile per il mondo. Proprio ciò che state facendo tu e tua mamma.
    Non posso non terminare con una nota sul tuo racconto riguardo al San Raffaele e alla sanità lombarda. Grazie per quello che hai scritto. Mi dispiace che tutte le vicende che ci sono in ballo ora, spesso, mi pare, fomentate da certi media, abbiano offuscato ai noi lombardi in primis ciò che diamo per scontato e che altrove spesso manca. Un sistema sanitario che funziona e delle vere e proprie eccellenze che sono a disposizione di tutti. Siamo spesso invitati da stampa, tv, new media a vedere ciò che manca, a crogiolarci nella demagogia e nel populismo. E' tanto facile in questo periodo. Ma vedere quello che ha sempre funzionato e che ancora adesso, nonostante tutto va, beh questo è molto più difficile, almeno per me. Grazie per avercelo ricordato. Scusa lo sproloquio... un abbraccio e ... tienici aggiornati sui tuoi corsi!

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  16. se fossi li', mi iscriverei immediatamente al tuo corso, per tutto quello che hai detto nel post: non so se avremo mai l'occasione di conoscerci "dal vivo", ma lo spero, perche' sei una persona che ammiro moltissimo, e questa tua iniziativa (e come l'hai presentata) che ha lo spirito del trasformare un'esperienza negativa in un atto di positivita' non fa che aumentare il mio senso di ammirazione nei tuoi confronti.

    Non ho esperienza diretta dei luoghi che descrivi, ma ho amici in Italia. Due di loro anni fa dovettero lottare a lungo con la malattia della loro figlia maggiore, le cui speranze, vista la incapacita' dei medici in cui continuavano ad incappare, declinavano sempre piu'. Quando apparve chiaro che non ce l'avrebbe fatta, sua madre scoppio' in un pianto di disperazione. Al che, il medico rispose: (verbatim) "suvvia signora, ma non faccia cosi'. Ma sua figlia e' figlia unica? E allora, su, che tanto ne ha un altro."

    P.S. la bimba sopravvisse, perche' fu poi curata altrove.

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  17. Io a fare un corso con te ci verrei anche da Zero Branco, provincia di Treviso, brumoso entroterra padano... sono le 5 ore di macchina che non lo permettono. Ma se la cosa si espandesse in altre tappe, per la raccolta fondi Genova non bastasse e passassi di qui, io ci sono (costo permettendo). Ma bada eh! io ci vengo solo perchè è una cosetta, una robetta da poco e non impegna ^^

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  18. Ale non ci sono parole per esprimere tutta la mia ammirazione per te e tutta la delusione per una malasanità che purtroppo si palesa un pò troppo spesso. E non sai che darei per vivere dalle tue parti ed avere l'occasione di poter partecipare a uno dei tuoi corsi! Un abbraccio,
    Sarah

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  19. Ale, sei veramente una con una marcia in più lasciatelo dire!bacioni
    Saretta

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  20. "La malasanità è la piaga più indegna di una società civile: perché annienta ciò che ci rende persone, la parte più alta della nostra umanità, quella dignità che la sofferenza minaccia e che i medici dovrebbero aiutarci a preservare, a maggior ragione quando non hanno strumenti o capacità per venirne a capo. Perchè il punto non è sbagliare una diagnosi- ma il come la si sbaglia. E' la negligenza, l'arroganza, la deriva di una serie di valori in cui il rispetto per la persona umana è scivolato al fondo della classifica e la preoccupazione per la salute dei pazienti si è trasformata nell'ansia di pararsi le terga."

    Questo passaggio è davvero lucido e azzeccato! Sei eccezionale, come sempre.

    Mi piacerebbe tanto, ma tanto, ma tanto, partecipare al corso... anche se vivo a Roma... ma sarebbe bellissimo se, nel caso in cui il secondo corso fosse previsto in un fine settimana, riuscissi ad organizzarmi per raggiungervi anche da qui.
    Come sarebbe bello, un meraviglioso regalo di Natale. :)

    Ti abbraccio

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  21. Ciao Alessandra,
    come posso contattarti per inviarti un invito web e comunicato stampa per un evento che stiamo organizzando su Roma e che vedrà come primo ospite della serie Gabriele Bonci?
    Eleonora
    ufficiostampa@cibando.com

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  22. Brava Ale.....bellissima iniziativa!
    Se posso tornarti utile in qualche modo disponi di me a tuo piacere.....che frase!
    Se non ti posso tornar utile allora ti mando una mail e mi iscrivo al corso numero 2!!
    Bacio testina

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  23. Ale senti, quando la costola ti abbandonerà definitivamente da farti abbandonare i corsi di cucina, perchè non ti metti a scrivere libri? Io ogni volta che ti leggo rimango ipnotizzata :-D

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  24. Un post coraggioso, in tutti i sensi. E te lo dice una che non si confessa nenche a se stessa e che ha dei nodi intrecciati con le catene di ancoraggio di un transatantico, per cui ti capisco...
    Detto questo vengo al punto che mi preme:non buttare il bambino con l'acqua sporca.
    E non cadere nella tentazione di rifugiarsi nella sanitá privata, in un sistema tipo americano. Te lo dice una che vi vive in un sistema cosí. A parte la palese ingiustizia sociale, che diventa quasi intollerabile a momenti,il risutato é praticamente lo stesso perché le assicurazioni tendono a risparmiare, i tempi di attesa sono infiniti, e alla fine si paga due volte: l'assicurazione e la visita "privata". La mala sanitá dipende dalle persone, dalle procedure e dalle organizzazioni. L'italico vizio delle baronie, dell'approssimazione certo non fa bene, ed é endemico. E per ora sorvolo sulle scellerate decisioni politiche, che secondo me hanno un solo obiettivo, quello di spingere verso la sanitá privata e allora si saremo una societá piú ingiusta, piú povera...e con malasanitá

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  25. Letto.
    Tutto d'un fiato.
    Sei fantastica.
    :-)

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  26. Ciao Alessandra, hai una grande forza !!! Ti ammiro in tutto e per tutto.
    Un abbraccio a te e alla tua mamma.
    Virginia

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  27. I continui tagli che stanno effettuando non porterà di certo a dei miglioramenti nemmeno nel campo sanitario purtroppo e la cosa più brutta è che non si sa più quale struttura scegliere in caso di bisogno :-(
    Mi spiace moltissimo per tuo papà e ricordo ancora oggi il tuo post che avevi scritto dopo questa tua perdita ... e cosa direi dei tuoi corsi di cucina? E' davvero una bellissima iniziativa ed ancora più bella perchè condivisa con tua mamma!
    Complimenti ed in bocca al lupo!!
    Un bacione

    RispondiElimina
  28. ciao,

    ottima iniziativa!

    come faccio ad iscrivermi alla "niusletter" e avere qualche info in piu' sui tuoi corsi?

    grazie

    maia

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  29. Mando una risposta cumulativa, anche perchè mi avete inondato di mail private, così piene di conforto e di affetto che ho dato la precedenza a quelle. Poi torno, ovviamente: ma per ora, vi dico un grazie sincero, per tutto.
    Ale

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  30. <3
    vorrei farvi venire tutte a bondeno a fare corsi a noi terremotati ma golosi :)

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  31. no....nooo........NOOOOO!!! La tua delizioaìsa mamy riprende i corsi di cucina; io ti ho tormentato lungamente con il file incompatibile col mio pc... E NON POSSO PARTECIPAREEEEE!!!!!!!!!! Sua Maestà la Sfiga stavolta ha fatto strike : il pc è defunto ; il mio piede è altrettanto incriccato ( E SONO PRATICAMENTE UN MONOLITO TRASPORTATO DALL AMOR CONIUGALE AVANTI-E-INDRE' OGNI GIORNO) e dall ufficio posso collegarmi (ec cachette!!! bada bene..) solo ora.Dimmi che ci sarà un'altra occasione, nel futuro... ci conto

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  32. verrei anche solo per conoscerti e per lustrare a lucido la cucina!!

    RispondiElimina

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